Benvenuto l’associazionismo, commentava il mese scorso a Swimbiz.it il Presidente della Federnuoto Spagnola, Fernando Carpena Pérez(leggi qui). Ben venga davvero, finalmente gli atleti stessi sembrano scendere in campo, anzi in vasca, per provare a cambiare le cose nel nuoto. L’inizio stagionale era stato segnato dalle roboanti dichiarazioni a mezzo stampa, e social, di diversi top swimmers contro l’attuale gestione Fina “Il detonatore di una situazione che prima o poi sarebbe esplosa” ammetteva lo stesso Pérez. Lecito perciò aspettarsi che disertassero in massa la prima edizione del nuovo circuito Fina, per loro stessa ammissione una ‘copia’ delle neonate gare indipendenti, seguendo la più nota forma di lotta sindacale: lo sciopero.
Sarah Sjostrom, una delle più critiche, ieri annunciava invece a a SwimSwam la sua partecipazione, lei che pure veste i colori del magnate ucraino dietro alla ‘ribellione’, alle Fina Swim Series,per le quali peraltro la Gazzetta dello Sport segnala tra gli atleti invitati anche Federica Pellegrini, Fabio Scozzoli e Gabriele Detti. E pochi giorni fa Katinka Hosszu – che contro la Fina ventilò persino vie legali – in conferenza stampa si è detta aperta anche a circuiti federali come World Cup o Swim Series. Adesso gli inviti pubblici sono alla massima collaborazione. Come, dunque, il sindacato intende ottenere potere contrattuale per le sue dichiarate, vaste richieste alla Fina?