E’ di umili origini, e forse da lì viene la spinta ad andare sempre più in alto, ma Adam Peaty dimostra anche un atteggiamento degno del titolo nobiliare di cui è stato investito dalla corona britannica(leggi qui). Ai campionati nazionali ieri ha aperto le acque, mica troppo metaforicamente, vincendo i 100 m rana in 57”79. Impressionante, pensando che ancora alle Olimpiadi 2012 il record mondiale – 58”46 di Cameron van der Burgh - era lontano dal superare i 58 secondi . Ai Giochi di Rio, Peaty per poco non superava anche la barriera dei 57, fermandosi a 57”13. "Io e la mia allenatrice - Mel Marshall - l'abbiamo chiamato Progetto 56". Possibile che ci riesca in questo quadriennio olimpico.
Ma medaglie e temponi non sembrano contare coì tanto per lui. “Ispirare gli altri per me è molto importante” ha dichiarato ieri fine gara, dopo aver regalato la sua medaglia d’oro a un bambino di dieci anni. E’ qualcosa su cui insiste molto, ancor prima che diventasse campione olimpico(leggi qui). E’ chiaramente di un altro livello, al momento irraggiungibile per tutti. Eppure, non vuole accontentarsi di dominare. Vuole spingere altri, un giorno, a emulare o superare le sue imprese. Restituendo, così, allo sport il suo primo valore sociale. In questo, è molto simile un’altra marziana come Katinka Hosszu(leggi qui).