“Non ho rimpianti” dichiara al Japan Times Takeshi Matsuda, trentaduenne capitano della nazionale di nuoto giapponese. Grande farfallista, si ritira dopo quattro medaglie olimpiche e tre mondiali, ma mai l’oro. E tuttavia è felice di aver guidato la staffetta 4x200 stile(leggi qui), ai Giochi di Rio, fino al podio olimpico. Soprattutto, ci tiene a ringraziare la sua allenatrice sessantanovenne, Yumiko Kuze che, eccetto una pausa biennale, lo ha sempre allenato fin da quando Matsuda aveva 4 anni. Senza di lei, dichiara Matsuda, non sarebbe arrivato a certi traguardi.
Non è la prima volta che il nuoto vede grandi campioni guidati da allenatrici. Il britannico Adam Peaty, il ranista più dominante degli ultimi tre anni e autore a Rio di un incredibile 57”13 da Record Mondiale nei 100 rana, da sette anni è allenato da Melanie Mel Marshall. A Londra 2012, il Ct della nazionale statunitense femminile fu Teri McKeever, che ha visto uscire dalla sua University of California campionesse come Dana Vollmer e Natalie Coughlin. Anche uno dei più grandi mezzofondisti della storia, l’allora sovietico e oggi russo Vladimir Salnikov, fu allenato da una donna. Sua moglie Marina lo guidò fino ai Giochi di Seul 1988 quando, giudicato troppo vecchio con i suoi 28 anni, vinse l’oro olimpico nei 1500 m stile libero(leggi qui).