La forma dell'acqua. Forse non è un caso che su quel romanzo, primo della celeberrima serie, l'acqua campeggiasse già nel titolo. E l'acqua è stata un tema dalla forte presenza e nel Commissario Montalbano, il personaggio più famoso nato dalla penna di Andrea Camilleri, scomparso oggi a 94 anni dopo un lungo ricovero all'ospedale Santo Spirito di Roma. E con la sua morte, si legge in queste ore, potrebbe anche aver fine una delle saghe di maggior successo nella storia della letteratura e della tv italiane. Acqua in bocca si chiamava il romanzo scritto a quattro mani insieme a Carlo Lucarelli. Ma più che espressioni, l'acqua nei suoi romanzi assumeva tutti i suoi mille mutevoli aspetti. E linguaggi, da chi è stato capace di creare un linguaggio che tanto sapeva evocare la Sicilia, vera regina dei suoi scritti, quanto risultare familiare ad ogni italiano e non solo.
E poi, ovviamente, il mare. Splendido, vasto, misterioso. A volte mortale, più spesso rigenerativo. L'amato commissario - interpretato sullo schermo da Luca Zingaretti - vi s'immergeva e nuotava, per dimenticare preoccupazioni o schiarire la mente. Quel mare che in queste notti tiene gli italiani incollati allo schermo, per seguire le gare mondiali degli azzurri. Quel mare che per la sua assenza di confini, di limiti, ha fatto innamorare Paltrinieri, e con lui tanti altri campioni della vasca. Quel mare che tanti potenti della storia attirava e attrae una calamita E che ancora ispira letterati, pittori, scrittori, i loro personaggi e le loro creazioni.
L'acqua e lo stesso nuoto, scriveva Dario Fo, gli insegnarono equilibrio e controllo della respirazioni, fondamentali su un palcoscenico(leggi qui). Può assumere forme infinite, ma l'acqua, lo scriviamo spesso, è una sola. Grazie Camilleri, e grazie al tuo Montalbano, per avercelo ricordato.