Un metodo che è tutto un programma, o forse no. Ve li ricordate i quattro cavalieri della staffetta veloce a Cali, 1975, i primi a vincere una medaglia mondiale al maschile (bronzo) nella storia del nuoto azzurro? Erano belli giovani e forti, Paolo Barelli, Claudio Zei, Marcello Guarducci e, per l’appunto il triestino oggi romano d’adozione Roberto Pangaro, che nella lunga via Cassia a Roma, dalle parti di Lucio Cassio, ha la sua personalissima scuola nuoto. “Caro mio, oggi si parla tantissimo di nuoto nuotato, tanto agonismo gare e risultati, ma non sono il primo, né l’unico a dirlo, la cultura acquatica è alla base della formazione di ogni individuo”. Sorride, mentre i baby nuotatori della Pangaro swimming school, quattro mesi in su, sono il fiore all’occhiello di un azzurrissimo pensiero “in cinque settimane pre estive gettiamo le basi per il primo approccio all’acqua, e formiamo innanzitutto i genitori. Perché il momento più bello è proprio questo, quando ricrei in acqua la serenità della pancia e del liquido amniotico”. La prossima settimana iniziano le gare di nuoto agli europei di Londra, ma è dalle scuole nuoto che nasce la passione, e la cultura natatoria, perché erano proprio gli antichi romani a dare una connotazione particolare al saper stare in acqua “non sa leggere né nuotare” è una summa di vita e formazione che dal mondo antico pare sempre più attuale.
Il metodo Pangaro non è altro che la scuola nuoto federale, con l’aggiunta di una famiglia, e non è poco, tutta impegnata in vasca. La moglie Claudia che bordo piscina dispensa sorrisi e aiuti ai genitori, e Francesca la figlia maggiore istruttore in acqua. “Vedi quel genitore con la cuffia tricolore e il suo bimbo sorridente? Quello forse è il più bello spot per il nostro mondo, e anche un augurio prossimo olimpico”. Benvenuti al baby nuoto con la Pangaro Family.