Brividi. Semplicemente e unicamente brividi. Sulla schiena, sul petto, la testa che manda la scarica d’ideali bollicine fino ai piedi. Lo avete provato anche voi, ne sono sicuro, cento metri che sono una scarica di adrenalina che manco respiri, o giù di lì. Frequenza di battito che aumenta, fino a toccare la piastra. Abbiamo toccato tutti con lui. E non ci nascondiamo solo dietro quella possanza di fisico che domina e raggiunge le stelle al caso, a quel profilo sabaudo da Avatar delle acque, occhioni sopraccigliati di un folto che dicono che la calma interiore che lo domina è proporzionale all’astronave fisica che si scatena in corsia.
Ha vinto Miressi, sull’onda di un progresso continuo e devastante. Mentre scrivo mi raggiunge il messaggio di Sandro Fioravanti, voce che di brividi se ne intende, giornalista Rai che la storia del nuoto l’ha da sempre raccontata “nuoterà presto sotto i 48” e tra un po' 47” basso, visto che con quel fisico e gli errorini che ancora fa.”. Messa a punto l’astronave, volerà chissà come e chissà fin dove, spazi che vogliamo infiniti. Come dire caro Sandro - ora alla radio, ma ti aspetto al Salotto di cui sei il maestro - che la storia di Alessandro Miressi è tutta davanti. Oggi il trionfo nella gara regina è il primo di questo ragazzone torinese che ha invertito il boja nen (non ti muovere) in boja. Eccome si muove, d’oro splendente.