Alessandro Terrin riparte dai giovani, insieme a Battistelli

Copyright foto: Alessandro Terrin

Alessandro Terrin con Luca Marin e Nicola Cassio
Alessandro Terrin con Luca Marin e Nicola Cassio

Eindhoven 2010, Europei di nuoto in vasca corta. Alessandro Terrin è sul blocco, pronto al cambio nella batterie della 4x50 mista “Mi tuffo e già ho capito” racconta a Swimbiz.it l’ex ranista. Strappo all’adduttore, il fisico gli urla d’interrompere la gara “Ma avrebbe significato la squalifica della staffetta. Terminare quella frazione fu il colpo di grazia a una carriera che, sapevo, si avvicinava alla fine – eppure, non si fermò – e in finale, Fabio Scozzoli e gli altri presero l’argento. Si ritirò in sordina “Le Fiamme Gialle mi sostenevano come sempre, mi offrivano la possibilità di continuare fino al 2016, ma la verità è che mi sarei solo trascinato. Ci avevo messo tanto a costruire una carriera vincente, non volevo sporcare quell’immagine”. Fino alla fine, Terrin mise la squadra prima di sé. Una cultura inculcatagli a Dolo, città natale e autentico miracolo natatorio “Soli 15.000 abitanti e in 5-6 anni uscirono 6 atleti olimpici”. Ha lasciato ricordi splendidi, non solo per le medaglie “Ma per l’ottimo rapporto con tutti. Con Bossini era bellissimo. Siamo nati a una decina di giorni di distanza, abbiamo fatto tutte le nazionali insieme andando sempre forte. Ero dell'Aurelia, ma andavo d'accordo anche con gli atleti dell'Aniene - a volte si ritrova ancora allo stadio insieme a Luca Marin e Nicola Cassio - potevo ricominciare ovunque”. Scelse di ripartire da zero. La sua priorità, da ex atleta, era Prendere contatto con la realtà. Ad esempio, neanche ci pensi che per una visita specialistica devi prenotare, fare la fila ecc.”. Era abituato alle gare, alla pressione di una finale olimpica. Al limite, alle copertine che inseguivano lui e Bossini, immagine pop dei ranisti già sdoganata dagli orecchini di Domenico Fioravanti “Ma nulla è paragonabile alla prima casa da acquistare, al matrimonio…”.

Alessandro Terrin col tecnico Fabrizio De Cristofaro
Alessandro Terrin col tecnico Fabrizio De Cristofaro

Terrin si è ricaricato, ha approfondito ciò che già conosceva, la preparazione atletica a secco “E in questo ambito mi ha chiamato Stefano Battistelli, per il suo nuovo progetto”. Monumento del dorso e dei misti, Battistelli ha imparato molto anche dal lato dirigenziale, al Centro Federale di Pietralata a Roma “La sua famiglia cura l’Olimpiclub nuoto sul Lungotevere, che ha già un settore agonistico. ‘Bibi’ vuole potenziare il vivaio – la base di un movimento – da fuori vedi solo il campione olimpico, ma non pensi che anche lui ha iniziato a 5 anni, al lavoro per farlo crescere. Ognuno avrà il suo ruolo: l’allenatore è Fabrizio De Cristofaro, anche lui ex atleta delle Fiamme Gialle, che per un periodo seguì Christian Galenda quando arrivò a Roma”. Generazione future, nel solco dei campioni di oggi “Ogni stile ha bisogno di un campione trascinatore, come fu per me con Fioravanti. Dopo l’infortunio al ginocchio di Fabio Scozzoli, la rana italiana ha perso il punto di riferimento e il movimento ne ha un po’ risentito – agli Europei di Londra, lo squillo è arrivato col bronzo di Luca Pizzinie le medaglie vanno festeggiate sempre, perché attirano il pubblico generalista verso il nuoto. Io credo molto in Andrea Toniato, ragazzo talentuoso con cui mi sono anche allenato. Poi, come diceva Alberto Castagnetti, ci vuole anche un po' di follia per fare il ranista. E verso Rio “Concordo con Christian Zicche: sono cambiate le aspettative e adesso alcuni italiani sono dati persino per favoriti. Oltre a Paltrinieri e Pellegrini, c’è un Gabriele Detti davvero maturo: perché quando in allenamento hai uno che va ‘a 2000’, devi avere personalità per stargli al passo – e chissà che non arrivi anche l’exploit di qualche outsider azzurro – le Olimpiadi sono strane, magari vai lì senza aspettative e arriva la medaglia”.

moscarella@swimbiz.it

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