Cambiamento e rivoluzione sono parole sempre di tendenza. No, non parliamo dell'attualità politica, ma di quella natatoria. Un mantra ormai per federazioni nuove e vecchie, inclusa la Fina che in un comunicato snocciola, uno dopo l'altro, i battimani degli atleti - molti dei quali sono tra i 'rivoluzionari' - che hanno partecipato alle nuove Champions Series. Chi per il format, chi perché gare senza pressione, e persino chi, si legge, perché "S'incontrano nuovi amici". Gettoni di presenza a parte, si fatica però ancora a capire come, di una o più competizioni a inviti, dovrebbe beneficiare tutto il nuoto (cit.) e come possa attirare nuovi sponsor una gara neppure trasmessa dai grandi network.
L'altra parola di tendenza, anzi due, è infatti più soldi. Anche l'Europa di Paolo Barelli, la Len, non può certo stare a guardare nella battaglia comunicativa: pena, una percezione negativa di sé da parte di membri e appassionati (sì, stiamo sempre parlando di nuoto). Perciò non è un caso che il Congresso Len di San Pietroburgo metta ben in evidenza come "Nel solo ultimo anno, la Lega ha trasferito alle Federazioni e agli atleti di vertice 1.46 milioni di euro in più - e ancora - in pochi anni la Len è passata dal disporre di limitate risorse finanziare a poter dare supporto significativo a federazioni e atleti". Cambiamento, soldi, supporto... parole chiave dell'attualità natatoria. O forse, temi elettorali.