Ha davvero ripreso il filo da dove l’aveva interrotto, Park Tae-hwan. Si era da poco trasferito negli Stati Uniti, per allenarsi a Charlotte, quando fu avvisato per la prima volta della positività al testosterone in un controllo antidoping(leggi qui). Dopo la squalifica, le lacrime in conferenza stampa, la genuflessione, il Comitato Olimpico Coreano che premeva per una seconda squalifica (dalla nazionale) e la Corte di Losanna che gli ha dato il via libera(leggi qui) per gareggiare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, il ritorno negli States. L’agenzia di stampa Yonhap segnala che l'olimpionico sudcoreano ha scelto la Florida come ultima tappa di avvicinamento (in tutti i sensi) a Rio. Lo scorso ottobre, Usa Swimming introdusse una regola che vieta ai tesserati, anche in forma privata, di fornire servizi di alcun tipo ad atleti squalificati per doping. La decisione era seguita alle proteste sollevate in Australia – ma condivise anche da tecnici e addetti ai lavori statunitensi – contro gli allenatori che seguivano atleti con una sanzione alle spalle, come i cinesi Sun Yang e Ning Zetao. La regola approvata dalla House of Delegates di Usa Swimming, tuttavia, si applica ai soli atleti con squalifica in corso e non a chi, come Park – o lo stesso Sun Yang, allenatosi nei mesi scorsi in California e ora in Connecticut insieme alla nazionale cinese(leggi qui) – abbiano terminato di scontarla.