Antidoping, squalificato il russo…del Portogallo

Copyright foto: giorgio scala-deepbluemedia

La città russa di Chelyabinsk, alle pendici degli Urali, è nota per due fatti: un incidente nucleare negli anni '50 e la caduta di una meteora, lo scorso anno. Qui, 31 anni fa, è nato il fondista Arseniy Lavrentyev che, dopo aver vissuto in Ucraina, s'innamorò a tal punto della lingua portoghese, studiata all'università, da cambiare nazione a bandiera nel 2006. A Piombino forse ancora se lo ricordano, quando vinse l'argento nella 25 km (sx in foto) agli Europei di fondo 2012. Ma sembra esserci una qualche crudele ironia che circonda il nuoto russo; la spada di Damocle del doping aleggia persino su chi ci è nato, ma nuota per altri colori. Tre mancate segnalazioni di locazione, necessarie alla Wada per i controlli a sorpresa, in 18 mesi per Lavrentyev. Troppe, ed ecco allora la squalifica di un anno. E dire che, oltre che agonista, è anche istruttore di nuoto, applicando il cosiddetto metodo Shaw. E intanto la federnuoto russa guarda con ansia al countodown dei casi postivi come neanche l'Orologio dell'Apocalisse ai tempi della Guerra Fredda: altri due casi di doping accertati dalla Wada e tutti resterebbero a casa(leggi qui). Questa settimana, inoltre, è arrivata una rara sospensione per doping nella pallanuoto: due mesi alla spagnola Miriam Lopez Escribano per positività alla terbutalina.
 
moscarella@swimbiz.it
 

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