Martina Mongiardino, prima che apneista di livello mondiale, è stata una nuotatrice. Pertanto, conosce bene le differenze tra i due sport “Nel nuoto c’è l’adrenalina della velocità. L’apnea è uno sport introspettivo: sei solo con te stesso, ti porta a meditare, a usare al meglio le tue forze, richiede grande preparazione mentale” ha spiegato al Secolo XIX. Ma certe dinamiche non cambiano, qualunque sia l’atleta o lo sport praticato “Nelle prime gare ero terrorizzata, quando sei sott’acqua devi andare contro le tue sensazioni naturali. Il tuo istinto sarebbe di uscire dall’acqua”. A chiunque può capitare un attacco di panico prima o persino durante una gara. Successe persino a una fuoriclasse come Federica Pellegrini.
Mental coach, yoga, musica in cuffia… ognuno ha i suoi metodi per superare paura e stress pre gara. E tuttavia, proprio i grandi apneisti utilizzano tecniche efficaci per qualsiasi sportivo, che poi ricalcano quanto insegnano gli psicologi di professione con preparazione universitaria “Attraverso un lavoro di controllo e consapevolezza, ce la puoi fare. Preparo percorsi d’immagini che mi accompagnano. Pensare di essere su una spiaggia caraibica, con un sole caldo, invece che in una piscina con acqua gelata”. Un lavoro lungo, un allenamento vero e proprio, soprattutto per portare l’atleta a poterlo fare autonomamente, senza più bisogno di una ‘guida’. Ma i benefici sono straordinari, anche nella vita di tutti i giorni “L’apnea mi ha reso più calma, mi aiuta a gestire le emozioni. Controllare lo stress è una cosa che mi aiuta anche sul lavoro – laureata col massimo dei voti, Martina è diventata architetto - ecco perché consiglio a tutti l’apnea: ti rilassa, aiuta a conoscerti meglio”.