Australia, tra cabala e speranze il nuoto è di nuovo pop

Copyright foto: getty images

Due anni fa, fece scalpore la mancata diretta dei Mondiali di nuoto a Barcellona sulle tv australiane. Proprio la nazione del nuoto per antonomasia si negava la seconda più importante competizione natatoria dopo le Olimpiadi. Due anni dopo, la Fédération Internationale de natation annuncia una partnership con Seven Network, e subito scatta la scaramanzia “Siamo felice di tornare a trasmettere i Mondiali di nuoto in Australia: i Mondiali del 1998 a Perth salutarono Ian Thorpe e Grant Hackett campioni mondiali nella scalata alle Olimpiadi di Sidney 2000” le parole di Saul Shtein, Direttore di Seven Sport, canale sportivo e divisione di Seven Network. Dopo la delusione olimpica di Londra 2012 e la coda polemica per lo “scandalo Stilnox”(leggi qui), dopo i guai nella vita privata dei grandi nomi del passato, il nuoto riaccende la fantasia degli isolani con le sorelle Cate e Bronte Campbell, James Magnussen e Cameron McEvoy, il ritorno di Grant Hackett(leggi qui) e il giovane Mack Horton (foto), Già soprannominato Clark Kent, in patria, per gli occhiali perennemente inforcati, l’Australia sogna di vederlo vestire i panni di Superman a Kazan. Ma dovrà fare i conti con la Gregtonite di Gregorio Paltrinieri.
 
moscarella@swimbiz.it

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