Avete rotto le vasche

Il punto acquatico - L'editoriale del direttore Christian Zicche

Copyright foto: @cloroacolori ph. Fabrizio De Serio

 

Le tempeste acquatiche sembrano non finire mai: anzi più che tempesta, totale piattume con le piscine a regime minimo di allenamento per i soli tesserati. Cosa che evidentemente non basta per garantire un settore che dall'essere in ginocchio, è passato direttamente all'annaspare , come quando sei più di là che di qua.Oggi , primo giorno di febbraio, il colore è giallo sulla gran parte dell’Italia: ma assolutamente nero per il segmento delle piscine. Per chi le gestisce, per chi ci lavora( va), per chi ci dovrebbe fare scuola nuoto , quindi i nostri giovani tanto invocati in ogni dibattito. Considerando i sempre ipocriti -a questo punto- appelli a fate sport per venire su sani e sicuri ( di non annegare) e non incidere sul servizio sanitario nazionale. Fate sport, ma in piscina no, manco il cloro ci salva più. Ora considerando l’assenza totale della politica- intesa come scelte che nemmeno prendono in considerazione il terziario avanzato dello sport che è il mondo natatorio- quello della gestione dei famosi impianti a acqua calda ( e relative bollette) sta diventando come il Titanic dello sport nazionale. E ha ragione il Presidente Fin Paolo Barelli che a Radio Radicale confronta “il caso Cio”, quella della paventata Olimpiade senza inno nè bandiera, risolta in cinque minuti o giù di lì sul filo di lana. Un non problema, mentre l’annegamento del circus del nuoto non trova voce se non la sua- e la nostra di swimbiz.it- che dai rapporti uno a uno ( ricordate un allievo , un istruttore?) non smettiamo di gridare allo scandalo senza risposte. Oggi si è scoperto nel Veneto che i banchi con le rotelle creano problemi alla schiena, quelli che ogni pediatra indica come prevenibili con una buona pratica del nuoto. Già la pratica, impedita a ogni italiano che non sia abile all'agonismo. Sinceramente, ci avete rotto le vasche

zicche@swimbiz.it

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