Cento e non più cento. Facile l’entusiasmo per una ragazzina prodigio che ha vinto da quarantotto ore il suo primo titolo europeo in due vasche, cinquanta metri il totale. Uno stile imperioso quello di Benedetta -detta Benny - Pilato dal fenomenale afflato ranistico: a guardarla in azione, la potenza si esprime in tutto il suo splendore e in tutta la sua giovinezza, dna compreso. Perché ranista lo nasci, e solo quello rimani per tutta la tua vita sportiva e agonistica. Giovinezza ebbene sì, che nella rana trova una consistenza incredibile nella forza muscolare. Che pulsa dentro al costume quasi a romperlo, che sembra trasformarsi per un momento nella leggerezza e facilità di alzare un bilanciere da 100 kg in palestra. Già, la rana moderna impone la panca fuori della vasca, ma la correlazione tra forza e velocità nel nuoto vale solo sui 50 (Peaty a parte).
Questo per dire che il film che uno si immagina nei 100 deve necessariamente passare da quella leggerezza che poi porterà il risultato. Senza ansie da prestazione, senza delusioni parziali, ma la strada deve essere lunga come la vasca senza acrobazie. Da fenomeni che devono fare tutto e subito. I cento arriveranno in quella leggerezza, e da quella leggerezza, anche mentale, fatta a rana. Avanti così cara Benny.