Di questi tempi romani, fare un record è già una grande cosa. Poi nel dorso veloce, che corrisponde al “cinquantino” no olimpic in 24”40 è da primato duplice. Perchè battere uno come Ceccon, Thomas delle acque, bè, roba grossa di sti tempi preolimpici. Se poi ti chiami di cognome come una celebrity degli anni 90 come papà Giorgio, la saga Lamberti infiamma lo stadio del nuoto capitolino. Semplice nuotare veloce come la requisitoria acquatica del prossimo avvocato Carini, il praticante togato nuotatore che gira come un razzo al posto del razzo Razzetti- lui già qualificato - e aggancia l’udienza finale a Parigi nel ( dico io) giro della morte dei 200 farfalla che ammazzerebbero pure l’improprio delfino che qualcuno continua a chiamare questa specialità . Bravissimo quindi a Giacomo Carini, voto 10, che chiosa un pensiero che dibatto sempre in fase di analisi acquatica “il nostro sport è così fatto di piccole cose e di grandi passi” . Filosofia allenante del ritrovato marito celebre – di una certa Federica Pellegrini- ma allenatore che ritorna con il sorrisone con un atleta che allena così,tra il serio della giurisprudenza e l’effimero- ma non troppo- della bracciata. Bravo quindi a Matteo Giunta, che con l’avvocato della farfalla mette la stagione degli allenatori italiani al top. Chiudo velocemente con il sabaudo veloce Miressi che si proietta nei 100 stile con l’idea libera che bisogna sgommare più veloce di un tempo 48”08. Convince a metà, ne converrà il suo non presente condottiero allenatore Satta, ma Parigi vale un’altra messa cantata come tempi.. buona acqua a tutti.
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