Sinceramente non mi era mai capitato in più di venticinque anni di carriera: essere messo al pubblico ludibrio da un professionista “in fieri” che attacca un giornalista – il sottoscritto - e il giornale on line che dirige, Swimbiz, per una notizia che evidetemente al caro signor Matteo Giunta non ha fatto piacere nella condivisione che ne hanno fatto altri - critiche incluse -, ma che comunque rispecchia la verità del caso. Risultato? Il giornalista (pseudo per lei) come nemico, la stampa come bersaglio: lo diffami nel modo peggiore, cioè usando i social media come vetrina e amplificazione e ring dove è facile per Lei, caro Giunta, mettere nero su bianco “articoli falsi scritti da uno pseudogiornalista” a cui dei disillusi utenti darebbero credito “esprimendo giudizi basandosi unicamente su articoli falsi”. Chissà cosa ne pensa la Federazione Nazionale Della Stampa, di cui faccio parte, del suo allarme “la disinformazione, a tutti i livelli, è all’ordine del giorno”. Non è corretto, caro Giunta, ma non è nemmeno educato e ortodosso, per il mestiere che Lei fa, nell’ambiente frequentato e condiviso da milioni di giovani e giovanissimi atleti e sportivi in primis. Il fatto che Lei sia un personaggio mediatico e dello star system sportivo perché segue la nostra numero uno Federica Pellegrini non Le può dare questa libertà. Quella di dare dello pseudo a un cronista che ha sempre seguito il nuoto come firma di importanti quotidiani, e dei falsari della notizia a una redazione che segue scrupolosamente i fatti del mondo della piscina che Lei frequenta. Noi abbiamo riferito in maniera asettica un argomento che forse Le ha fatto perdere il senso della reponsabilità che dovrebbe avere un allenatore “in fieri”, forse troppo suggestionato dal sentimento di “gruppo” che i social diffondono spesso in maniera diretta, ma che certo non dipendono da un quotidiano-agenzia serio come Swimbiz, e le ripeto serio, che ho l’onore di dirigere.
zicche@swimbiz.it