Quattro anni fa, il miliardario Konstantin Grigorishin fondò una squadra di nuoto formata da giovani russi e ucraini, Energy Standard, con l’intento di farne un vero team professionistico. Il mese scorso, Swimbiz.it ha chiesto al tecnico responsabile James Gibson se in futuro Energy Standard saprà sviluppare la forza economica per ‘comprare’ le stelle straniere del nuoto, come una squadra di calcio(leggi qui). Un obiettivo a lungo termine non escluso da Gibson, perché professionismo significa anche questo. Oggi, l’olimpionico Chad Le Clos ha annunciato che si unirà al team, la cui base attuale è Belek in Turchia. Segue il suo nuovo allenatore, Andrea Di Nino, che di Energy Standard è consulente. Il tempo dirà se è una soluzione temporanea – lo stesso Di Nino spiegò a Swimbiz che quest’anno la sua precedenza andrà a Energy Standard, per impegno pregresso(leggi qui) – o se davvero Le Clos sarà il primo grande ‘centravanti’ straniero della squadra.
Nei prossimi anni, sarà suggestivo vedere anche il confronto, o il derby, con un’altra realtà professionistica dell’Est Europa. L’Efimova Team Swimming Club(leggi qui), creato quest’anno dalla ranista Yulija Efimova, dal padre allenatore e dal suo management. Come Energy Standard, punta a far crescere giovani nuotatori russi in un contesto d’élite. Ma con valori diversi, dirà qualcuno. Come nel calcio, infine, anche nel nuoto l’ingresso dei nuovi attori della scena economica mondiale divide: tra chi vede un’opportunità e chi un rischio. In Australia, i tecnici si sono spaccati - con dichiarazioni forti - tra chi ha accettato i soldi cinesi per allenare nuotatori asiatici, e tutti gli altri. In Qatar il nuoto non viaggia sugli investimenti, ma su spese faraoniche(leggi qui). In passato provarono a tentare il grande Domenico Fioravanti, che rifiutò. Ma cosa succederebbe se uno sceicco, volendo creare una squadra di all-stars, chiedesse ai Pellegrini, Hosszu, Paltrinieri del futuro: quanto vuoi per cambiare bandiera?