E’ sempre difficile trovare le parole, anche per chi dovrebbe averne tante come noi che le usiamo tutti i giorni per lo sport e il suo mondo. Ancor di più darsene una ragione. Perché la ragione ti abbandona quando per un momento lascia il posto a un dolore che nemmeno la penna riesce a lenire, e Noemi Carrozza era della nostra famiglia acquatica e il suo sorriso è lì davanti ai miei occhi, come durante una gara del suo synchro.
Così giovane e piena di vita, la stessa che ti fa vibrare in quella meraviglia di bellezza, soavità e purezza che è la danza che si fa in acqua, con il sorriso che non ti abbandona mai. No, non riesco a darmene una ragione: non si può lasciare la vita per un maledetto incidente, maledetta strada di una Roma abbandonata alla sicurezza. Rabbia, tanta, quella sì. Ma poi, pensando alla mamma e al papà di Noemi, alla famiglia, alla nostra famiglia che è quella dell’acqua, ecco ripenso a quella danza che sarà sempre, meraviglioso Synchro che ti ricorderà sempre. Che l’acqua ti sia lieve Noemi, e che gli angeli ti accompagnino in cielo.