Il nuoto ha oggi un livello tecnologico altissimo. In particolare nei materiali e nei processi impiegati per realizzare costumi e occhialini, e a lungo ne abbiamo parlato con i maggiori produttori di swimwear(leggi qui). Non si userà più la gomma, ma non siamo certo tornati ai costumini dei tempi di Spitz, e lo si vede anche nei costi. Si tornerà forse ai full body maschili – ne era certo un ex olimpionico come Alain Bernard, come disse a Swimbiz(leggi qui) – anche per esigenze di spazio per eventuali nuovi sponsor, in caso le nuove richieste di professionismo trovino un domani effettiva realizzazione. Ma anche altro si è evoluto. Gli impianti, e molto ne parleremo con la nostra nuova sezione Swimbuild, e tutti quegli strumenti essenziali per questo sport. Si pensi a quanto siano cambiati negli anni i blocchi di partenza.
Ciò che la tecnologia in vasca – e in mare – deve sempre garantire è la certezza della prestazione oltre ogni dubbio. Tradotto: il tempo, inequivocabile. Nei mesi scorsi, in diversi grandi eventi (Eurojr, Universiadi, Mondiali…)questa condizione fondamentale è in qualche caso venuta meno, dai device per la partenza a dorso(leggi qui) ai problemi con starter, piastre e tabelloni, costringendo a ricorsi, ripetizioni o prove in solitaria. Proprio sulla questione del cronometraggio si è soffermato il Direttore di Swimbiz.it Christian Zicche in un’intervista a Kronos, rivista ufficiale della Federazione Italiana Cronometristi “Considerando il famoso – o famigerato – tocco sulla piastra di Phelps-Cavic, è evidente quanto sia importante l’evoluzione sulla sicurezza del cronometraggio”.
A maggior ragione nelle acque libere, dove i rilevamenti parziali producono spesso classifiche errate e dove gli arrivi al photofinish, peraltro frequenti, costringono a lunghe attese per l’epilogo definitivo. A proposito di fondo e tecnologia, infine abbiamo notato che ai recenti Mediterranean Beach Games di Patrasso si usavano droni per le riprese aeree - peraltro spettacolari, con inquadrature ravvicinate sugli atleti - delle gare in mare, mentre in Italia e nei circuiti Fina sono ad oggi vietati per ragioni di sicurezza.