I giornali francesi, sportivi e non, hanno riportato ieri le dichiarazioni dei nazionali di nuoto Joly, Aubry e Stravius, impegnati ai Mondiali di nuoto a Gwangju, che hanno sottolineato il loro sostegno all’atleta australiano Mack Horton e alla sua protesta silenziosa, come già un suo connazionale alle Olimpiadi del ’68 – Peter Norman, che solidarizzò con la celebre ‘protesta del pugno chiuso’ di Smith e Carlos - mettendo a rischio la sua immagine per gridare contro chi per lui non rispetta le regole del gioco.
Yannick Agnel per France tv sport torna sull’episodio, ammettendo che nella stessa situazione probabilmente non avrebbe avuto il coraggio del collega australiano, ma sostiene di « essere sempre dalla parte di uno sport pulito ». Non prende posizioni precise sul caso che implica Yang, ma mette in evidenza l’influenza positiva che quest’ultimo ha avuto nel suo Paese e di quanto sia stato importante il suo supporto per far sì che il nuoto in Cina potesse diventare alla portata di tutti.
Intanto, la presa di posizione forte dell’atleta australiano (e dello scozzese Scott ieri) ha dunque creato due fazioni. Da una parte quegli atleti che sostengono Horton e glielo fanno sapere, come ha dimostrato l’ovazione riservatagli alla caffeteria dopo la premiazione. E dall’altra la Federazione Internazionale (che però ieri ha ammonito lo stesso Sun) e i media cinesi che lo accusano di aver avuto un comportamento arrogante e clownesco e chiedono una sanzione pesante. Nei prossimi mesi, forse, avremo delle risposte in merito.