Criteria giovanili, croce e delizia del nuoto italiano

Copyright foto: Foto di G. Scala e D. Montano / Deepbluemedia

Si sono conclusi lo scorso mercoledì i Criteria Giovanili di nuoto, veri e propri Campionati Italiani, che hanno visto ai blocchi di partenza della vasca dello Stadio del Nuoto di Riccione, la meglio gioventù italica del nuoto.

La kermesse in terra di Romagna è una vetrina importante sia per i giovani atleti che si affacciano per la prima volta alla ribalta nazionale che per i quasi diciottenni che tentano il grande salto definitivo nel nuoto che conta.

In questi Criteria si sono messi in mostra atleti già affermati, come Luca De Tullio, fratello dell'olimpionico Marco con cui condivide gli allenamenti a Roma, sponda Aniene alla corte di Minotti,  così come la collega di team Valentina Procaccini, l'abruzzese de Roma classe 2008 che già lo scorso anno entrò nelle cronache di Swimbiz, protagonista del Salotto Acquatico del Direttore Christian Zicche . 

Avrà un futuro roseo Sara Curtis, piemontese di Cuneo che tra dorso, stile e farfalla fa faville accendendo i radar di Cesare Butini e del nuovo responsabile del settore Giovanile Azzurro Marco Menchinelli che ha preso il posto di Walter Bolognani, volato in Romania per una nuova avventura professionale cosi come Carlos D'Ambrosio, Lorenzo Ballarati e Luca Serio che si prendono la scena nei 100 stile proponendosi come nuovi protagonisti dei califfi della velocità.

Personalmente seguo questo evento dal lontano 2008, lontano perché anche se sono passati solo quindici anni, l'evoluzione tecnica per la preparazione dei giovani virgulti ad un evento clou che chiude la stagione in vasca corta ad inizio primavera, ha fatto decisamente passi da gigante.

Si è passati da far allenare gli atleti in età giovanile (undicenni appena usciti dal mondo degli Esordienti) non sempre tutti i giorni e solo in acqua, ad allenamenti intensivi anche con doppi turni quotidiani e utilizzo delle palestre per rafforzare il fisico; ricordo perfettamente in quel periodo questi ragazzi con muscolature appena accennate mentre oggi sono vere e proprie macchine da guerra, sia nel settore maschile che in quello femminile.

Ma da attento osservatore del movimento giovanile ( giocoforza per avere avuto due figlie agoniste accompagnate con la consorte in giro per tutto lo stivale a gareggiare ) ho visto tanti atleti ed atlete furoreggiare a Riccione, ridimensionarsi a Roma agli estivi in vasca lunga e scomparire nell'oblio delle cronache dopo un anno o due.

L'esaltazione del momento, il titolo in prima pagina - a cui aimè, ho contribuito nell'enfasi del momento - ha portato ad aumentare speranze e pressione su questi ragazzi, che al primo momento di difficoltà dovuto ad una mancata qualifica o nel vedersi superare al doppio della velocità dalle nuove generazioni incalzanti, li hanno incanalati nella strada dell'abbandono precoce dell'amata piscina per la mancanza di stimoli.

Un male che colpisce ogni sport agonistico ma che nel nuoto taglia un buon 70% di atleti che alla soglia della maggiore età rinuncia al sogno di diventare la novella Pellegrini o il nuovo Martinenghi, per mancanza di risultati.

L'evoluzione del nuoto giovanile in Italia ha, a mio avviso una data precisa, le Olimpiadi di Londra 2012 e due nomi su tutti, Rūta Meilutytė e Ye Shiwen, all'epoca quindici anni la prima e sedici la seconda, entrambe con le loro sbalorditive prestazioni dell'epoca esaltate anche dal tam tam generato dai primi movimenti sul social network, provocarono nella mente dei coach di mezzo mondo acquatico, l'elaborazione finale che si poteva vincere a livello mondiale, ma anche regionale o nazionale, con un atleta giovane o giovanissimo con la giusta alchimia che prima era riservata solo ad atleti adulti, utilizzando nutrizionisti, preparatori atletici e mental coach.

Ma un noto allenatore di grande esperienza affermava di non guardare mai ai risultati ottenuti nel nuoto giovanile in quanto è la continuità nel tempo a determinare la grandezza di un atleta e che la troppa pressione dopo i primi successi in queste competizioni porta troppo spesso a far sentire arrivati i ragazzi e quindi al non volersi più sacrificare per alzare sempre di più l'asticella prestazionale.

Da osservatore privilegiato non posso che concludere questa disamina personalissima dicendo... lasciamoli crescere... ma con calma..

palazzo@swimbiz.it

 

 

 

 

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