In un web-appello, i nazionali australiani di nuoto con sindrome down puntano a raccogliere 300.000 $ per competere ai primi Trisomy Games, Olimpiadi per atleti con disabilità intellettive e relazionali, che si disputeranno il prossimo luglio a Firenze. Il crowdfunding, raccolta fondi solitamente presentata attraverso un video messaggio (esempi di siti dedicati sono Kickstarter o Mycause) e dove l’eventuale surplus devoluto in beneficenza, è sempre più diffuso nel nuoto. Dal 2013, l’atleta non udente Marcus Titus chiede supporto nell’avvicinamento ai trials olimpici di quest’anno. Nel 2012, era in finale tra i migliori otto d’America nei 100 m rana, e i Giochi stessi hanno già regalato imprese. A Sidney 2000, mentre l’Italia scriveva la Storia con Domenico Fioravanti e Davide Rummolo nei 200 rana, l’argento andò al sudafricano Terence Parkin. Era non udente dalla nascita, come Piero Italiani, ma questo non gli impedì di raggiungere, col 6° posto a Los Angeles ’84, il miglior piazzamento olimpico di un tuffatore azzurro tra le epoche di Giorgio e Tania Cagnotto. Anche un normodotato, e oro olimpico, come il rocker americano Anthony Ervin (foto) si affidò a una raccolta fondi per nuotare nella Coppa del Mondo 2012-2013. Ma è nelle traversate in mare aperto che il crowdfunding trova più diffusione e anche in Italia gli esempi non mancano, inclusi fondisti paralimpici come Enrico Giacomin o Salvatore Cimmino. Internet come fonte alternativa di supporto, dove le tradizionali forme di sostegno economico non arrivano. E, in questo caso, i social network possono rivelarsi un formidabile passaparola.