Una richiesta condivisa, specie alla luce delle ultime polemiche, da parte della categoria giornalistica: null’altro se non rispetto. Dapprima, un eloquente editoriale di Christian Zicche (foto), direttore di Swimbiz, ammoniva a non utilizzare “i social media come vetrina e amplificazione e ring” specie se per diffamare. Invitando, nel contempo, ad imparare ad accettare le critiche (e non cercarle, con paranoica efficienza, anche laddove non ci siano). Il collega Stefano Arcobelli de la Gazzetta dello Sport, che peraltro aveva confermato la veridicità di quanto anticipato nei giorni scorsi da Swimbiz (e tacciato di falsità da qualcuno), fa ora eco scrivendo “In un colloquio telefonico, il collega Christian Zicche ci parlava delle difficoltà a lavorare in questo ambiente, sempre più difficile, nel quale criticare non è consentito, considerato qualcosa di legittimo senza oltrepassare i limiti del rispetto deontologico nonché umano – e avverte - finché la componente
In allegato, l'articolo completo di Stefano Arcobelli.
moscarella@swimbiz.it