Dana, Dara e altre madri agoniste

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Dara Torres vinse la sua medaglia individuale più importante, l'argento olimpico nei 50 sl, a 41 e dopo la maternità (Getty)

Alla ventiquattresima settimana della sua seconda gravidanza, la farfallista statunitense Dana Vollmer ha annunciato su Facebook che inizia sognare le gare. Un buon motivo per rituffarsi in una competizione ufficiale. La cinque volte olimpionica, perciò, il mese prossimo si tufferà nei 50 stile libero alle Arena Pro Swim Sereis di Mesa. Cambia una consonante, ma la sua storia ricorda quella di Dara Torres. Grande sprinter americana, quattro volte olimpica e altrettante olimpionica tra Los Angeles 1984 e Sidney 2000, vinse però la sua più importante medaglia individuale quand'era più inaspettata. Pechino 2008, la sua 5° Olimpiade, tornata dopo due ritiri a 41 anni e reduce da una gravidanza. Un argento nei 50 m stile libero che spiegò così, durante un Settecolli, all’azzurra Cristina Chiuso “Ci spiegò come la maternità non l’avesse danneggiata fisicamente e, anzi, si sentisse prima stimolata a rimettersi in forma e poi più forte di prima raccontò Cristina a Swimbiz.it(leggi qui) - fino alla sua medaglia individuale più importante”.

Therese Alshammar, sei volte olimpica (Getty)

Esempio nostrano di madre agonista citato dalla Chiuso fu Paola Cavallino, mentre in anni recenti il caso più noto è quello della svedese Therese Alshammar. A Rio 2016 ha collezionato la sua sesta Olimpiade, a dieci anni dal suo debutto a cinque cerchi. Senza interruzioni lungo il percorso – solo il novembre scorso ha annunciato che lascerà l’agonismo, pur senza abbandonare il nuoto – e rispecchiando, oltre alla sua personalità, la società del suo Paese(leggi qui) “Qui in Svezia esistono moltissimi aiuti statali alle lavoratrici in maternità. Le donne qui tendono a rimarcare l’idea di femminismo e la possibilità di lavorare anche da madri – spiegò a Swimbiz.it Silvia Pirchio, che vive e negli ultimi anni ha allenato ad Ängelholm, vicino Helsinborg - quindi non mi stupirei se questa fosse una delle ragioni che la spinse a continuare”.

moscarella@swimbiz.it

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