Piatti super abbondanti, cibo a dismisura nel pasto post-allenamento...per un totale di 10 mila calorie. Questo, riportavano ieri molti media nazionali, sarebbe il regime alimentare di Ryan Lochte, il pluripremiato nuotatore statunitense, con tanto di foto pubblicate su twitter. Non sarebbe il primo, Lochness…Michael Phelps aveva affermato lo stesso; rivalità in acqua e anche a tavola? A dire la verità, sulla quantità “Occorre sottolineare la differenza e la mancata conversione tra unità di misura italiane (Kcal) e americane (kilojoule): 10 mila di quest’ultime equivalgono a circa 2390 kilocalorie. Dunque, per uno sportivo, è un buon apporto calorico. Poi dipende anche dal tipo di allenamento e dal sesso: l’ottimale è dalle 2500 alle 3000 Kcal, poi con il nuoto sincronizzato dove si ha un maggiore controllo del peso il quantitativo diminuisce al di sotto 2000”, spiega a Swimbiz la nutrizionista della nazionale di sincro e del Setterosa, Giulia Ferrara. Chiaramente, una dieta ipercalorica danneggia gli organi, “in primis, il fegato che sovraccaricato di grassi fa uno sforzo sovraumano per eliminare le tossine. Ma anche i reni”. Dunque, la dieta ideale per l’atleta? “Deve fornire tutti i nutrienti di cui ha bisogno per tutta la giornata: una dieta normocalorica costituita dal 15% di proteine, dal 50/55% di carboidrati e un massimo dal 30% di grassi”. Per sovvertire l’idea comune che non basta praticare sport per mangiare tutto e di più, “e anche la letteratura lo confermerebbe”.
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