Ha scelto un social network per annunciare il suo ritiro agonistico. Perché il mondo si è ormai fatto piccolo e, da un limite all’altro del globo, le dinamiche si fanno sempre più simili. He Chao, argento a Budapest dal trampolino 1 m davanti all’azzurro Giovanni Tocci, campione mondiale dai 3 m a Kazan 2015, fratello dell’ex campione olimpico He Chong, attraverso il suo profilo personale sul social cinese Sina Weibo, comunica il suo addio ai tuffi. Lo fa a 25 anni, una decisione in apparenza prematura, se non fosse che “Mi sono tuffato per 21 anni – da luglio 1996 a dicembre 2017 – ho dedicato l’intera infanzia e gioventù ai tuffi”. Ricorda ancora un errore alle Olimpiadi 2016, che confessa di aver rimpianto amaramente. Ma ora “Lasciate andare il passato e arrivare il futuro. E’ tempo di mettere da parte qualche ossessione, è tempo d’imbarcarsi in un nuovo viaggio”.
Un monito alla durezza degli sport acquatici, alla forza di volontà necessaria a emergere e mantenere standard elevati per anni. Tre anni fa, eclatante fu il ritiro a soli 24 anni del nuotatore tedesco Markus Deibler, anche se nel suo caso fu una lucida scelta lavorativa(leggi qui). Immagini che testimoniano, di contro, l’instancabile sforzo della Federazione Italiana Nuoto, delle squadre civili e militari, degli allenatori e di tutti coloro che mettono in condizione gli azzurri di poter allungare le loro carriere(leggi qui). I "veri "ritiri precoci, quelli in età scolastica, ci sono anche da noi e spesso riguardano le difficoltà nel far coincidere studio e sport. Ma chi arriva all'alto livello, sa che gli sarà concesso il tempo per guarire da un infortunio, o per metabolizzare una delusione cocente. Il tempo di tornare a vincere dopo anni difficili. O anche solo abituarsi al tempo che passa, trovando nell’esperienza una forza mai provata in gioventù, cogliendo risultati mai raggiunti fino a quel momento.
Filippo Magnini ha detto basta a 35 anni, Federica Pellegrini vive una seconda giovinezza, e anche pallanuoto e synchro contano i loro veterani. La stessa Tania Cagnotto accarezzò seriamente l’idea del ritiro, dopo la delusione olimpica di Londra 2012. Ne fece la sua forza, per vivere i più emozionanti anni della sua carriera.
Si ringrazia Wu Qiang per la traduzione.