Paradossalmente, non dev’essere semplice affrontare un torneo pre olimpico quando hai già in tasca un biglietto per Rio 2016. Perché sport è anche una continua ricerca di stimoli, per migliorarsi o per mantenere alto il livello delle proprie prestazioni. Ha chiuso 11° in finale dai 10 m (279.90 punti) - 10 perfetto e applausi sull'ultimo tuffo della cinese Qian Ren - ma da qui alle Olimpiadi cercherà soprattutto “Sicurezza nelle sue potenzialità – commenta Max Mazzucchi, ex azzurro e talent di Swimbiz.it per i tuffi – perché è una in grado di competere ad altissimo livello". Dopo le Olimpiadi di Londra 2012, Noemi ha vinto un argento e un bronzo europeo. Campionessa continentale già nel 2011, oggi è il punto di riferimento azzurro dalla piattaforma femminile. E membro di un Dream Team con Tania Cagnotto, Francesca Dallapè e Maria Marconi. Mestiere solitario, il piattaformista, quando sali lassù e vedi il mondo così lontano. Ancor più per Noemi che, seppure qualche giovanissima interprete si stia affacciando all’orizzonte, negli anni ha visto sempre meno italiane puntare su questa specialità. Anche questo può togliere stimoli. Eppure eccola lì, ancora una volta, a Rio per saggiare le sue condizioni e quelle delle avversarie. In attesa di tornare per l’appuntamento a cinque cerchi. Magari con un clima più clemente - agosto è solitamente tra i mesi meno piovosi in Brasile - perché a un’Olimpiade non si può certo pensare di rimandare l’inizio di tre finali. Per il futuro, Mazzucchi vedrebbe bene Noemi Batki in coppia con la sorella Estilla, ma dal trampolino. “E’ un mio sogno” ammise a Swimbiz.it anche la madre e allenatrice, Ibolya ‘Ibi’ Nagy(leggi qui). Ma non è ancora il momento. Oggi Noemi vuole salire lassù e mostrare al mondo cosa sa fare davvero. Con l’augurio, un giorno, di voltarsi e trovare al suo fianco giovani compagne di viaggio. E sorridere, sapendo di aver ispirato una nuova generazione di piattaformiste.
moscarella@swimbiz.it