Capita, come spesso nella vita. Prima si apre il cielo, arriva il risultato, la medaglia di Gabriele, la gioia con tutto che ti sorride e ti adrenalina a mille. E per carità rimane a darci stimoli e compensazioni. Perché su quel fronte, quello delle compensazioni, oggi è stata una giornata buia, come quando nemmeno il faretto dell’ingresso si accende. Premessa, non ci aspettavamo certamente voli acquatici pindarici, ma almeno il minimo sindacale. Che si è fermato prima alle lacrime di Sabbioni a dorso, poi ai dubbi a stile libero nei duecento, eliminati senza se e senza ma, poi una caterva di nuotate col freno a mano (Mizzau e Carli) ed alcuni crono non proprio adatti all’occasione. Tiene vivo il lumicino la Castiglioni che supera il turno, almeno lei. Poi l’eliminazione della nostra amatissima staffetta quattro per cento uomini per la quale personalmente nutrivo un tifo da quanto meno finale, sperando il un Dottissimo e nella capacità di Orsi di ripigliare il discorso interrotto del suo essere braccio fondamentale alla causa. Non è capitato nulla di questo, e un po’ la doccia fredda è partita e ha investito tutti, noi compresi. Domani è un altro giorno, e l’arcobaleno azzurro non si è certo esaurito, ci mancherebbe. Per le analisi si spetta sempre la fine, d’altronde. Giorno 3, forza ragazzi.