Fiato corto e muscoli doloranti, ma i benefici si vedranno poi in acqua. Sono gli allenamenti in alta quota, con l’Italia che a livello di vette non avrebbe nulla da invidiare al mondo “E ci sono impianti bellissimi come in Val Senales, dove va solitamente l’Aniene, o qui all'Aquagranda di Livigno, dove si allenò anche la nazionale di nuoto(leggi qui) – commenta a Swimbiz.it Alfredo Caspoli, tecnico e Ceo della Sergio De Gregorio – è la quarta volta che veniamo qui”. Tuttavia, gli azzurri si trovano comunque costretti a cercare l’altura in Messico, Sudafrica, Colombia, Sierra Nevada… “E il motivo è semplice: mancano piscine da 50 m in altura. In Italia si è preferito investire solo sul turismo della neve, tralasciando quello sportivo – considerato poco remunerativo – ed è una cultura sbagliata. Pensiamo a quanti master e appassionati vorrebbero provare almeno una volta l’altura. E anche per chi non insegua fini agonistici, cosa c’è di meglio che uscire di giorno in montagna e nuotare un po’ la sera?”. Lo stesso gruppo di Caspoli, a maggio, volerà in Perù(leggi qui), per un acquatico scambio culturale inizialmente previsto a gennaio. Intanto, al collegiale di Livigno, per Emanuela Albenzi, Valerio Coggi, Valentina Catania, Jasmine Scimone, Natalia Foffi, Melissa Pacifici, Damiano Corapi ed Emanuele Capoccia “Il lavoro procede bene, salvo un po’ d’influenza che ieri ha lasciato il segno – paradossalmente – non tra quelli che sono usciti a giocare nella neve (gallery), ma tra gli altri”. Un po’ d’imprevedibilità va sempre tenuta in conto, come in vasca “L’obiettivo è ripetersi agli Assoluti, specie chi come Albenzi, Coggi, Foffi e Scimone ha già nuotato una finale. Se quell’obiettivo è raggiunto, si può procedere per gradi: puntare al podio e, chissà, a una convocazione” mai importante come nell’anno olimpico, passando per gli Europei.
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