Febbre a 70: il giorno di Klaus Dibiasi tra giornali, video e aneddoti

Settant’anni di vita, e che vita, per Klaus Dibiasi. Ancora protagonista dei tuffi, oggi da dirigente, dopo aver smesso i panni dell’Angelo Biondo delle piscine. Non è cambiata neppure la sua passione per le fotografie, tra gare e ritiri, e che bello sarebbe se un giorno esponesse i suoi scatti in una grande mostra fotografica, mezzo secolo di storia dei tuffi su pellicola.

Dal bianco e nero all’epoca digitale, dove l'informazione viaggia veloce e mette a rischio i ricordi del passato. Non quelli dell’ex azzurro, merito di quanti hanno protetto dall’oblio la sua storia. La stampa altoatesina celebra oggi l’uomo che regalò all’Italia e alla Fin la prima medaglia ‘acquatica’ alle Olimpiadi. Sui quotidiani nazionali, da La Gazzetta dello sport a Il Giornale, Dibiasi confronta passato e presente dei tuffi. Gli atleti dell’epoca, con meno distrazioni, ma anche meno ansie. E un presente che, seppur scarno di strutture, è tecnologicamente più avanzato.

In primo piano ovviamente i suoi tre ori olimpici consecutivi, ma in un’intervista a Swimbiz.it Klaus Dibiasi ricordò(leggi qui) quanto fosse stato importante per lui l’Argento dalla piattaforma alle sue prime Olimpiadi Avevo 17 anni, forse mi sarei montato la testa. E non avrei lavorato, come ho fatto, per vincere l’oro in Messico e poi per riconfermarlo due volte”. Se tra i nomi iscritti a quella gara leggeste Carlo Dibiasi, ritirato, sappiate che non è un errore Erano finiti i posti, l’unico modo perché mio padre fosse presente fu iscriverlo a una gara. Non poteva mancare, mi dava sicurezza”.

Era Tokyo 1964, tra tre anni sarà Tokyo 2020 e la Fin già sogna di rivedere Klaus Dibiasi nella capitale giapponese per un grande amarcord. Intanto, la Federazione raccoglie gli auguri di tuffatori e di tecnici, di glorie extra vasca come Sara Simeoni e Nino Benvenuti, in un grande video collettivo:

 

 

moscarella@swimbiz.it

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