A Herning, due anni fa, prese anche il bronzo nei 400 m stile libero. Ultima medaglia internazionale in una gara che in carriera le ha regalato gioie mondiali, ma anche momenti di sofferenza. Di contro, Federica Pellegrini indossa i 200 stile con la stessa naturalezza degli abiti che sfoggia in passerella. "Una vocazione" usando le sue parole espresse in diretta Rai. Un binomio quasi proverbiale. C’è, o meglio c’era il pugno alla Mike Tyson, il gol alla Pippo Inzaghi... presto non ci sarà l’esultanza alla Kobe Bryant. C’era e c’è, fortissimamente c’è, il 200 stile alla Federica Pellegrini. Oro (1'51"89) anche oggi, al Wingate Institute di Netanya. Il settimo negli Europei in vasca corta, con cinquina nella specialità. In vasca anche Chiara Masini Luccetti, con la sesta posizione finale (1'56"48). Non c’era Katinka Hosszu, c’era una Femke Heemskerk (1'52"81) alla Philippe Lucas. Ex tecnico dell’italica Pellegrini, oggi allenata da Matteo Giunta, e demiurgo di duecentiste che da quest’anno segue l’olandese. E c'era una Veronika Popova sorniona (1'52"46) che si è infilata tra le due lungoduellanti. Ma con una Pellegrini così non ce n’è per nessuna, neppure sui 25 m che l’azzurra gradisce meno. Continuerà, non continuerà dopo le Olimpiadi di Rio 2016? Meglio non pensarci ora. E godersi, fino in fondo, Federica Pellegrini.
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