Oggi è il giorno di Federica Pellegrini. Quattro vasche, duecento metri, distanza perfetta per la veneta azzurra di Spinea: a memoria, centimetro per centimetro, conoscenza perfetta per Fede. Saranno quattro vasche in batteria per l’accesso alle semifinali, occasione di tempo e di avversarie. Che ci sono, agguerrite come sempre, temibili ma tementi, perché la Divina di questo numero perfetto che sono i duecento metri a nuoto ha uno stile ormai scritto nella storia. Lei che ha avuto già tutto da questa distanza, il record (del mondo), l’olimpo, il mondiale e l’europeo. Tutto, in duecento metri che porteranno per sempre il suo nome, comunque vada. Ma oggi è come se il nastro si riavvolgesse su quei vecchi registratori a bobina, e si schiacciasse il play ancora una volta, che bella la competizione che ti fa vivere queste splendide attese. E poi via, Sinfonia Divina, quello che ci aspettiamo contando le quattro vasche che anche noi tutti conosciamo a memoria. Le vasche di Fede, ancora una volta.