Fisco e sport dilettantistico, arriva il promemoria per evitare pasticci

Da un punto vista giuridico e fiscale, Il mondo del nuoto è considerato uno sport dilettantistico. Di conseguenza le associazioni appartenenti a questo mondo, a differenza del calcio professionistico e nonostante alcune società sfiorino il volano economico di una squadra di serie B o Lega Pro, godono di benefici  fiscali. Ma devono anche seguire regole operative per beneficiare di tali agevolazioni. In via generale, gli importi corrisposti ad atleti dilettanti sono esenti da tasse fino alla somma di 7500 euro annui, ossia 625 euro mensili; al di sopra di tale soglia si considerano redditi diversi  e di conseguenza l’applicazione del Irpef del 23%; come per altro previsto dall’articolo 67 del  Tiur, tale legge vale anche per chi presta collaborazioni di carattere amministrativo e gestionale. Ma la questione non è sempre semplice, perché, come illustra il quotidiano ItaliaOggi Sette “Le ASD devono fare i conti con un groviglio di regimi tributari diversi, a seconda che le attività svolte siano solo istituzionali o anche commerciali – e le sponsorizzazioni, ad esempio - costituiscono corrispettivi (attività commerciali) e sono, quindi, soggette a tassazione”. Si è arrivati al punto che, in Piemonte, l’Agenzia delle entrate ha persino pubblicato un vademecum affinché atleti, allenatori, arbitri non incappino in errori procedurali.
 
facchini@swimbiz.it

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