“Mi fa un effetto strano” accenna senza un filo di fiatone e l’occhietto cerchiato (dall’occhialino) il Gabrielone record. E che record si prende e porta a casa, quello del biondo Massimiliano Rosolino: storico perché sui 400, diciassette anni fa, quel 3’43”40 significò medaglia, storia e passaggio di un’epoca. Quell’Olimpiade Australiana significò il cambio di passo a livello di nazione, da essere un po’ pigmei a ritrovarsi sopra a tutti quelli che fino ad allora non ci consideravano nemanco un filo in piscina. Santi, navigatori e molto pallonari, diventammo, lo dico sempre, meravigliosamente acquatici. In tutte le distanze, financo ai 400 dallo stile libero in una gara intensa, ne sa qualcosa Federica Pellegrini, veloce e improvvisa nei cambi di ritmo che solo l’intelligenza tattica e l’enorme presa acquatica ti eleva a uscire da quella distanza che nell’atletica chiamano il giro della morte, e nel nuoto sono la bellezza fatta bracciata. Come va interpretando da quel dì Gabriele Detti, il nipote (del Moro, suo allenatore)che rinnova la storia e la proietta nel suo futuro prossimo. 3’43”36 è il nuovo limite, per nuovi orizzonti da abbattere per il toscanaccio olimpico che alberga nel Centro Federale di Ostia. E adesso occhio ai 1500…