Fotografo ufficiale di Fina, Len, Fin, Federnuoto Russa e grande esperto dell’affascinante arte della fotografia “acquatica”, Giorgio Scala sa bene come affrontare il suggestivo connubio tra sport e spettacolo. Anche quest’anno, al Settecolli terrà uno dei suoi workshop (13-14 giugno) di fotografia sportiva “Le macchine attuali permettono fotografie di ottima qualità e in molti si sentono fotografi o presunti tali. L’abilità del professionista sta nella tecnica, ma anche nella post-produzione, nel ritocco dell’immagine, che deve migliorare il risultato senza alterare la realtà”. Per una foto che faccia la differenza “Devo studiare il mio soggetto e prevederne il comportamento. Spesso so cose degli atleti che loro stessi non sanno, studio il loro inconscio: hanno tutti elaborato una gestualità e si comportano più o meno sempre allo stesso modo”. Scala non è entusiasta dell’attenzione della “rosa” per lo sport, ma “grazie al gossip, il nuoto trova nuovo pubblico e aumenta l’interesse”. Stando a stretto contatto con gli atleti, di aneddoti ne ha in quantità, come “agli ultimi Assoluti di nuoto: ho messo la maglia ‘Io sono Mafaldina’ scatenando la curiosità dei telecronisti Rai Tommaso Mecarozzi e Luca Sacchi, che hanno parlato abbondantemente di me. E poi ci sono i momenti a cui non puoi mancare, come a Londra, quando, per fare una foto a Phelps che riceveva il premio della Fina, mi sono attaccato alla schiena di un mio collega e ho scattato mettendo la macchina davanti alla sua pancia”. E conclude, “Visti i risultati del mio lavoro, mi potrei definire l’idrolitina: senza acqua sono inutile”.
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