A fine gara, c’erano davvero tutti ad applaudirlo. Primo in ogni senso, il Presidente della Federnuoto e, appena rieletto, della Ligue Européenne de Natation, Paolo Barelli. Uno abituato a guardare avanti “Un atleta di grandissimo talento, che ora cerca la continuità” le sue parole al microfono Rai di Elisabetta Caporale. Piedi a terra sempre, la filosofia per migliorarsi sempre. Lo sa il Ct Giorgio Cagnotto “La vera impresa l’ha fatta insieme ad Andrea Chiarabini, qualificando il sincro 3 m alle Olimpiadi”. Lo sa Giovanni Tocci, che già starà pensando a come migliorarsi. “Sa già in quali tuffi spingere e in quali non esagerare. La vera svolta è stata col doppio e mezzo rovesciato. E oggi l’ha fatto come mai prima. Più che per il punteggio, per l’eleganza – commenta Max Mazzucchi, ex azzurro e talent di Swimbiz.it dei tuffi – Gli 83.70 punti sul tuffo finale, sono frutto della sua consapevolezza: in quel momento sapeva di potersi giocare una medaglia, che doveva fare un tuffo come mai gli era riuscito. Di quelli che l’allenatrice Lyubov Baruskova gli chiede sempre in allenamento” non a caso, la dedica del cosentino a fine gara è proprio per l’allenatrice ucraina.
Il primo passo, per migliorare ancora dal metro “Sarà sostituire il 105B con un tuffo a maggior coefficiente di difficoltà – non per ossessione da oro - ma perché il primo obiettivo di ogni atleta è migliorarsi, a prescindere dalle possibilità di medaglia”. Ed è una caratteristica innata in Giovanni Tocci. Un auto perfezionista, mai col dente avvelenato, pacato perfino dopo il suo primo trionfo internazionale da senior(leggi qui). Perché non ama fare schizzi né in vasca, né fuori “Un professionista” la sintesi perfetta del Ct Cagnotto. “Come detto lo scorso anno(leggi qui), ha tutto per essere l’erede di Christopher Sacchin, che si ultra specializzò - aggiunge Mazzucchi – credo, invece, che Tocci valuterà di volta in volta come centellinare le energie. Quest’anno si concentra sul migliorare dai 3 m, per fare al meglio la gara in sincro con Andrea Chiarabini a Rio 2016. L’anno prossimo, con le Olimpiadi alle spalle, invece penso punterà ad alzare l’asticella dal metro”. Proprio a Chiarabini era andato il primo pensiero dell’azzurro a fine gara, spaesato lui stesso dalla perdita del compagno di sincro e punto di riferimento. Se il mal di schiena del romano perdurasse, proprio Tocci potrebbe prenderne il posto, insieme a Michele Benedetti, nella gara europea individuale. Con i piedi al suolo come sempre, ma anche con la mente sgombra.