C’eravamo tanto amati. Riassunto breve, a ogni buon uso della cronaca rosa. A Kazan estiva il nuotatore Simone Ruffini quasi non se la gode appieno la medaglia d’oro al collo perché, romantico come non t’aspetteresti mai da un rude fondista, scatena il cartello sul podio. Il mondiale dell’amore rivolto alla paciosa collega Aurora, lì sotto stupita, anzi no, forse un po’, ma certo non in lacrime di gioia come ti aspetteresti. Chissà, forse era l’estremo tentativo di un giovane campione innamorato? Ponselè destinataria della proposta “mi vuoi sposare?” ha avuto per un attimo infinito l’ammirazione del mondo per un gesto d’altri tempi. Fortunata Aurora, a trovarli amori così, il social emisfero ci ha ricamato sopra Harmony acquatica, magari in una spiaggia tropicale, quelle delle sabbie bianche a dirsi il sì dopo una bella nuotata in mare. Lo vuole Simone in un momento, lo condivide con tutti, un like televisivo terracqueo che trova la sponda della responsabile delle relazioni esterne Fin, Laura Del Sette, pronta a ricalcare di pennarello. Che bella questa famiglia Fin piena di medaglie dove l’amore è il filo conduttore. Fino a l’altro ieri quando le cose che già si sussurravano, da mesi, hanno sfiorito il momento magico tenuto artificialmente in vita in un asettico e freddo comunicato stampa affidato al management di lui. Per carità, gli addetti stampa lasciamoli per altro. Non se ne fa più nulla, ognuno per le bracciate sue è una cosa da riservatezza personale. Al massimo vale un tweet, per i follower che hanno sperato nel finale rosa. Ma nulla più, perché quando un amore finisce è sempre meglio affidarsi all’attimo struggente di una boa che scompare all’orizzonte. In solitaria.
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