Solo due settimane fa, molto si parlava dei disagi causati dal maltempo agli Internazionali d’Italia del tennis a Roma. Qualcosa non nuovo, ricordando quando la stessa cosa accadde al Roland Garros di Parigi e i social si scatenarono con ‘natatoria ironia’ (foto a dx).
E tuttavia, lo stesso nuoto non è esente dai problemi connessi a un clima mutato parecchio rispetto al passato. E’ notizia odierna dello spostamento dei Campionati Italiani Fipsas di fondo con pinne (1-2 giugno) al Lago Standiana (Ravenna), dopo che la sede originaria del Lago di Compagalliano era stata dichiarata a rischio da parte della Protezione Civile per via delle esondazioni dei giorni scorsi. L’ottobre scorso gli Assoluti di apnea in mare si disputarono a Villasimius poco dopo i violenti nubifragi che avevano colpito la Sardegna. Certo, che gli sport all’aria aperta debbano far fronte col maltempo non è certo novità, ma la loro stessa natura ‘green’ diventa in questo contesto il termometro di un clima violentemente cambiato.
Lo stesso nuoto in vasca oggi, per i grandi eventi, non può più permettersi di scherzare col tempo. Perché quanto avvenne cinque anni fa al Settecolli di Roma, con l’ultima giornata di gare annullata causa diluvio(leggi qui), è qualcosa che a un Europeo, Mondiale od Olimpiade non ci si può proprio permettere. O quanto accadde pochi mesi prima, con le immagini dello Stadio del Nuoto, sommerso dal fango, che fecero il giro del mondo. Swimbiz ha sempre sottolineato lo spettacolo impagabile che ogni anno offre quell’arena a cielo aperto(leggi qui), unica al mondo. Ma d’altro canto, e anche questo lo ribadiamo da tempo, si fa sempre più necessaria per Fin e Coni Servizi (pardon, Sport e Salute) l’esigenza di una copertura per quel patrimonio impiantistico italiano. A prescindere dal costo. Perché lo sport moderno esige un ferreo rispetto di date, orari e programmi. Perché è ciò che spettatori, tv e sponsor pretendono. E lo spettacolo deve sempre andare avanti.