Distorsione alla caviglia sinistra con rottura del legamento, saltando durante la preparazione e atterrando male sul piede. Quasi un infortuno da cestista, ma “Può capitare in qualsiasi situazione, anche scendendo dal marciapiede” commenta a Swimbiz.it Gianluca Maglia. Niente collegiale azzurro a Livigno per lui, con i Pellemagno che gli mandano il loro in bocca al lupo via twitter. Dieci giorni sono già passati "Un’altra quindicina di prognosi - riprendendo cautamente contatto con l’acqua - certo, meglio se non fosse capitato, ma almeno l’osso non ha fatto ‘crack’ e ho più tempo per recuperare durante la stagione”. Perché l’etneo trapiantato a Verona “Senza traumi da distacco, io e la mia ragazza ci siamo integrati subito. E’ una città tranquilla, ideale per allenarsi. Manca solo il mare (ride)” ha raggiunto la sua prima meta, tornare in azzurro(leggi qui) e ora insegue obiettivi ancor più ambiziosi. “Per arrivare alle Olimpiadi di Rio 2016, punto anzitutto a qualificarmi per i 200 stile individuali. Il nuoto è uno sport individuale e, se fai bene in gara singola, la buona prestazione in staffetta arriva di conseguenza – e per questa 4x200 stile – l’impegno è massimo per ccercare il pass olimpico. A quel punto non saremmo competitivi per arrivare a medaglia in un anno, non avendo punte paragonabili a Federica (Pellegrini n.d.r.), e non solo, della staffetta femminile. Ma per me abbiamo buoni duecentisti per puntare a una finale olimpica”. Oggi, come da un anno, col sostegno del Pool Metal Jacket “E delle Fiamme Gialle, che mi supportano sempre. A Verona mi sono trovato subito benissimo con Magnini, Pellegrini, Giunta e tutti gli altri. Pare che anche quest’anno sarò l’ultimo arrivato. Ma, scherzi a parte, è un gruppo di lavoro professionale a 360° e, per un atleta che vuole essere serio, che vuole fare l’Atleta, è il posto perfetto per allenarsi”.
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