C’era una volta un’altra Italia acquatica. Oggi si fatica a immaginare che per decenni lo Stivale non abbia calcato grandi palcoscenici acquatici, che i conti da fare non riguardassero le medaglie, ma quanti azzurri riuscissero a partecipare ai grandi eventi.
Fu grazie alla lungimiranza di alcuni tecnici e dirigenti che l’Italia capì di poter diventare qualcos’altro ed entrate nel salotto buono delle potenze natatorie. Uno di loro era Fulvio Albanese, allenatore prima e Direttore Tecnico poi della Rari Nantes Torino, città-laboratorio di quella grande trasformazione acquatica “Il vero talent scout di quegli anni – ricordava in un editoriale Christian Zicche, Direttore di Swimbiz.it(leggi qui) - gli occhiali da sole alternati a quelli da vista inforcati a mo’ di scienziato della bracciata, il Porsche vintage e rombante piazzato come biglietto da visita fuori le piscine sempre a indicare che lui c’era, qualche atleta se ne fosse dimenticato. Dal suo piglio organizzativo uscì a rana e a stile libero la meglio gioventù acquatica di quegli anni” da Loris Facci ad Andrea Beccari, da Federico Cappellazzo a Filippo Magnini e tanti altri, oltre a tecnici di valore come Claudio Rossetto.
Fulvio seppe dare una forma mentis vincente a quegli azzurri, ma scomparve prematuramente nel 2012(leggi qui). Domani, domenica 5 novembre, la Rari Nantes lo ricorderà nell’ormai tradizionale ‘Fulvio Day’ alla piscina di Grugliasco - che porta il suo nome - dalle 10 alle 12.30 per un grande staffettone e la possibilità di acquistare, a scopo di beneficenza, le magliette del Comitato Amici di Andrea.