Disputare non una, ma ben due finali ai trials pre-olimpici e in entrambi i casi non ottenere un pass per Londra; una tragedia, per quanto sportiva. “E invece no – ha detto convinta Madison Kennedy al corrispondente di Usa Swimming – all’inizio ero triste, è vero. Presto, però, mi sono detta che essere depressi non aiuta; ho iniziato ad alzarmi al mattino fiera di me stessa per aver comunque migliorati tutti i miei sei personali”. E chi giudica queste parole un segno di arrendevolezza e scarsa ambizione, si sbaglia di grosso “Quando, da piccola, mia madre mi chiese cosa preferivo tra balletto e ginnastica, rispondevo ‘Io voglio nuotare!’ e alla fine mi sono imposta – ci scherza anche su – l’acqua è il mio amore, ma l’unico legato all’acqua in famiglia era mio padre, tuttora giocatore di hockey: il ghiaccio non è acqua ghiacciata?”. Dopo la scorsa estate, ha iniziato a dividere il suo tempo tra gli allenamenti al Mecklenburg Aquatic Club di Charlotte e il lavoro in un negozio di abbigliamento per lo yoga. Una disciplina, più che una moda “Attraverso il mio lavoro, ho scoperto lo yoga e devo dire che introducendo quegli esercizi e il pilates nei miei allenamenti, i miei muscoli sono diventati più elastici. Mi si sono spalancate nuove porte su come impostare la mia nuotata”. Concetti che, in Italia, sta cercando di portare l’ex azzurra Cristina Chiuso.
moscarella@swimbiz.it