Vincere otto medaglie (e una coppa) è sempre importante, specie nel nuoto sincronizzato “Mostri ai giudici che ti mantieni ad alto livello” spiega a Swimbiz.it Giorgio Minisini. Ma il trionfo dell’Italsynchro alla Coppa Europa di Cuneo offre altri spunti positivi “La squadra si è confermata sopra la Spagna, le nuove ragazze si sono subito ben inserite. Linda e Costanza – le doppiste Cerruti e Ferro – hanno un solo punto di distacco dalla coppia spagnola” . E poi lui, Minisini, che con Manila Flamini - oggi i due erano a Roma per il progetto Arena Acquamica, per l'avvicinamento dei bambini delle scuole primarie agli sport acquatici - e Mariangela Perrupato ha superato due volte gli iberici, ma sogna ori anche più importanti.
“Cosa manca per il titolo mondiale? La perfezione, perché in questo sport chi sta sotto paga ogni più piccolo errore”. Uno sport simile alla giurisprudenza: al posto delle norme, criteri di giudizio che lasciano troppo spazio all’interpretazione “Io penso che il duo misto debba essere giudicato in modo diverso rispetto al doppio – perché la vera novità, con l’apertura della gare agli uomini, è l’introduzione di elementi nuovi come potenza e forza – ma in assenza di criteri certi, rischiano di ricevere voti migliori quelli che si avvicinano al duo femminile”.
Ai Mondiali di Budapest ritroverà il mentore e amico Bill May “Conoscendo lui e la sua nuova doppista, Kanako Kitao, sarà un esercizio molto diverso dal nostro. Molto artistico e basato sulla mobilità articolare - e Aleksandr Maltsev che, come da tradizione russa, non scopre le su carte – ma rispetto a Kazan 2015 abbiamo innalzato il livello del nostro esercizio. Da quel punto di vista non sono più avvantaggiati”. Una coreografia, quella azzurra, che tocca il tema degli immigrati, come suggerisce il titolo della musica, A scream from Lampedusa, appositamente composta da Michele Braga. La porteranno nell’Ungheria dei muri “Ma il nostro intento era portare un tema che riguarda noi Italiani in prima persona, l’attualità del nostro Paese” precisa l’azzurro. Non andranno certo a Budapest con l’ambizione di cambiare qualcosa o dare lezioni “Ma di sensibilizzare le persone a un problema italiano – senza cadere nei facili populismi – e se anche una sola avrà cambiato idea, sarà un successo”.