A cosa pensi durante la gara? Classica domanda per millecinquecentisti. Dopo il bronzo mondiale 2013, Gregorio Paltrinieri rispose “Alla mia vita, a tutto quello che mi ha portato qui”. Dopo il record mondiale di Kazan, la scorsa estate, Katie Ledecky disse “Ai miei nonni”. Li perse entrambi quand’era piccola, ma è sempre rimasta loro legata. Uno era Edward Hagan, medico che promosse la costruzione di una piscina a Williston, in North Dakota, per fermare gli annegamenti nel lago locale “Quando mi tuffai in acqua, il giorno in cui gli intitolarono l’impianto, provai un’emozione pari solo a quella delle Olimpiadi” racconta la diciannovenne in un’intervista a Sports Illustrated. La determinazione è dei nonni paterni. Jaromir ‘Jerry’ Ledecky lasciò Praga con 5$ per studiare negli Usa e rifiutò l’ordine del governo filo-sovietico di tornare nell’allora Repubblica Cecoslovacca. Non poté rivedere il padre per 17 anni. Anche negli Usa non mancarono problemi. La moglie Berta – che per un anno fu traduttrice per Albert Einstein – subì episodi di antisemitismo, ma non si arresero mai. “A Kazan, la finale degli 800 era l’8/8. Sarebbe stato l’88° compleanno del nonno – racconta Katie – magari nuoterò 8’08!” disse la sera prima alla famiglia. “Ma anche lei non sempre centra i suoi obiettivi – scrive il giornalista S. L. Price - nuotò 8’07”39… nessuna donna era mai scesa sotto 8’11”.
Ventinove minuti dopo il world record dei 1500, si rituffò in acqua per le semifinali dei 200 stile “Nessuna donna, né Michael Phelps, aveva mai centrato l’accoppiata 200-1500 stile” ricorda la rivista. “Le braccia erano di gelatina, non mi sono mai sentita così senza speranze – confessa la nuotatrice - ai 150 m ero 6°, mi son detta: non rovinare tutto. Ce l'ho fatta (avrebbe poi vinto l'oro n.d.r.), non so come”. Non lo sa lei, non lo sa Ryan Lochte, la cui frase “Nuota come un uomo”(leggi qui) nei giorni scorsi ha anticipato l’uscita dell’intervista. Persino chi l’allena non si spiega il fenomeno Ledecky. “Fisicamente? Se guardi il parterre internazionale, lei è la più piccola. E quando ho iniziato ad allenarla, non riusciva a fare tre flessioni o correre un miglio in 9 minuti” racconta il suo coach, Bruce Gemmell. “In allenamento fa paura. Mi sento male per chi la deve affrontare” avvisa Sue Chen, allenatrice che da un anno lavora con lei al Nations Capital Swim Club. ‘Aggressiva’ anche nel modo di gareggiare “Da dove viene questa furia? E’ un mistero. Ha una famiglia stupenda, non l’è mai mancato nulla” commenta il Ct della nazionale Usa femminile, Dave Marsh.
E’ vero, Katie Ledecky è cresciuta in condizioni di agiatezza. Padre ricco avvocato, educazione privata, fratello laureato ad Harvard. Quando Katie aveva 2 anni, il miliardario zio Jon entrò nella proprietà della squadra di basket Nba Washginton Wizards e la portò in tribuna Vip col neo Presidente Michael Jordan. Eppure “Nuota come se fosse una questione di cibo e affitto” raccontano i familiari. “Ma per quante generazioni si trasmette il temperamento di una famiglia?” è la domanda posta da Sports Illustrated, riflettendo sul legame della nuotatrice con i nonni.