“Fu una cosa enorme, ne parlarono anche le grandi riviste di moda. Ovunque andassimo, anche a Dubai, trovavamo il nostro cartellone - racconta a Swimbiz.it l’ex campione europeo Paolo Bossini, che oggi ricordava via Facebook quella campagna pubblicitaria del 2009 insieme agli altri azzurri Emiliano Brembilla, Alessandro Terrin, Mirco Di Tora e Nicola Cassio – ed era solo la presentazione, la vera campagna fu in mutande. Ma dopo otto anni non la ricorda già nessuno. Se ci fossero stati i social…”. Oggi è normale vedere moda e sport (specie il nuoto) andare e braccetto “Ma all’epoca, Dolce & Gabbana furono tra i primi a trattare lo sport a quel modo” e a lungo il Boss fu loro testimonial. Per gli azzurri, un divertimento che durò lo spazio di due pomeriggi, prima di tornare alla routine degli allenamenti “Fa piacere che le aziende ci diano fiducia, ci ritengano in grado di far loro buona pubblicità – e in certi aspetti atleta e modello non sono mondi così distanti – anche loro devono fare sacrifici, un certo tipo di percorso. Penso che dall’esterno si veda quali valori trasmettiamo. Se qualcuno vede solo la facciata, non ha capito il vero messaggio che veicoliamo”.
Nessun pentimento per non aver proseguito su quella via “Anzi, mi sento fortunato a vedere dove sono arrivato”. Head Coach della nazionale Ceca di nuoto(leggi qui), lavorando con i giovani. A proposito, tra i Criteria appena conclusi e i prossimi Assoluti, Bossini vede “Un settore giovanile invidiabile, un ricambio generazionale straordinario per l’Italia. I tempi dei Criteria erano sbalorditivi”. Forse anche troppo “Non posso credere che vadano così forte senza fare doppi allenamenti, 4-5 km al giorno ecc. Mi sembra evidente che glieli facciano fare eccome”. A meno che “I loro allenatori non abbiano tra le mani un Phelps – ipotesi che cozza con la realtà – quando si tratta di medaglie, vedo che devono sempre pensarci i veterani”. Bossini non generalizza né estremizza, ma il dubbio gli resta “Se molti vengono fatto lavorare così già a 15-16 anni, quando a 18-19 dovranno dimostrare qualcosa in più potranno reggere la pressione?”.
Anche lui era un talento precoce “Ma il mio tecnico, Francesco Ardesi, non si fece prendere dall’entusiasmo. Seppe aspettare e questa fu la mia fortuna”. E così anche Gianni Nagni, oggi Direttore Generale dell’Aniene, che per Bossini fu “Tecnico, mentore e, dopo il mio ritiro, un secondo padre. Mi disse: Inutile affrettare le cose, c’è un tempo per tutto. E me la porto ancora dietro, nella mia quotidianità”. Perché la carriera agonistica è come quella pubblicità, una parentesi. Ma quanto imparato sul percorso, dura per sempre.