Una storia incredibile. Che a quasi cinque anni di distanza fa ancora rumore. E’ la storia di Jessica Hardy, la campionessa olimpica di Londra della staffetta 4x100 mista, protagonista suo malgrado di un’ingiustizia che poteva costarle la brillante carriera, costellata di successi mondiali. Nel 2008, a poche settimane dalle Olimpiadi di Pechino, fu fermata per essere stata trovata positiva a un controllo antidoping effettuato durante i Trials di qualificazione. Fu accusata di aver assunto il clenbuterolo, farmaco utilizzato da chi soffre di disturbi della respirazione e per aumentare la capacità aerobica, la stimolazione del sistema nervoso centrale, la pressione sanguigna e il trasporto dell’ossigeno. Jessica Hardy ha sempre professato la sua innocenza, dimostrando che la sostanza in questione era contenuta in un integratore alimentare. Un intero anno passato a difendersi, ma con il rischio di rovinare la salute. Le fu diagnosticato, infatti, un disturbo post-traumatico da stress (PTSD) con conseguente depressione che la tenne fuori dalle gare per un bel po’. “Evitai volutamente di guardare quelle Olimpiadi – ha raccontato la Hardy in un’intervista pubblicata sul sito ufficiale della Usa Swimming – guardarle sarebbe stato un danno enorme. Ho visto solo le gare del mio fidanzato (Dominik Meichtry, svizzero), ma nessun evento che mi avrebbe visto protagonista”. Dopo il periodo di buio, Jessica è tornata. Più forte di prima. Con la voglia di nuotare e vincere. Per lei e per il suo Paese. Ha lottato e ce l’ha fatta. A Londra ha vinto due medaglie, l’oro nella 4x100 mista e il bronzo nella 4x100 stile libero. “Non ho mai rinunciato a lottare – ha detto la Hardy – anche quando sembrava che tutto il mondo fosse contro di me. Non mi aspettavo una carriera così lunga dopo il 2008, tra l’altro condita da numerosi successi”. Vincere ed essere felici allo stesso tempo. In autunno sposerà il suo compagno. La sua vita è tornata a sorridere. Finalmente. “Il tempo vola quando ci si diverte, finché la mia storia può essere d’aiuto ad altre persone che attraversano momenti difficili, io sarò sempre entusiasta di raccontarla”.
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