Niente sconti, la legge non ha guardato in faccia al protagonista o alle medaglie vinte. Park Tae-hwan divenne un idolo in Corea del Sud dopo lo storico oro olimpico nei 400 stile alle Olimpiadi di Pechino 2008. Ma una regola del Comitato Olimpico Coreano impedisce a un atleta che abbia dovuto scontare una squalifica per doping, è il caso di Park, di entrare in nazionale nei tre anni successivi. Niente Olimpiadi di Rio 2016 per Park, annuncia l’agenzia di stampa Yonhap news, il Korean Olympic Committee non ha guardato in faccia al protagonista della vicenda, né alle torme di giuristi che si oppongono a quella regola. Sarebbe, infatti, in contrasto con le direttive dell’International Olympic Committe, che dal 2011 – sentenza della Court of Arbitration for Sport – vieta che un atleta sia punito due volte per una trasgressione. Il management di Park, di cui fa parte il fratello, promette battaglia e che Park parteciperà comunque ai trials olimpici.
Più a Est, i giapponesi sorprendono sempre per come riescano ad avere ragioni di avversari ben più fisici di loro, al punto che negli anni scorso il Direttore Tecnico dell’Italnuoto sognò di creare sinergie tra azzurri e nipponici. Kosuke Hagino è il protagonisti, non solo nei misti e nei 400 stile, ma anche nei 200 stile - e il francese Yannick Agnel ha dichiarato a Rmc Sport che, anche in caso di ripescaggio, potrebbe rinunciarvi – dove timbra il 1° tempo al mondo dell'anno (1’45”50). E a 33 anni Kosuke Kitajima incanta ancora con la sua rana, 3° al mondo nei 100 in 59”62.