Il pass per Tokyo passa tutto da quel pianto commosso versato a margine della finale. Cosa succede nel cuore di un’atleta quando vuole e non sa come andrà? Forse capita qualcosa nell’anima, come succede nella vita di tutti. Si spera, si stringe il cuore, si afferrano le speranze più difficili da cogliere.. e allora lo sport diventa proprio metafora della vita. E Federica riesce. Va. Andrà a Tokyo la Pellegrini leggendaria. La sua ultima Olimpiade della carriera, da brividi. Quando vinse il titolo a Pechino 2008 erano le 4 del mattino in Italia e ancora una volta, sognando di rivederla trionfare dall'altra parte del mondo e con lo stesso fuso orario della Cina di allora, la Pellegrini potrebbe chiudere con un trionfo eccezionale una carriera lunghissima.
17 anni di medaglie, di ricordi. Di orgoglio nazionale di un nuoto che anche grazie a lei è cresciuto e diventato ‘divino’. Nuota in 1’56”69 i suoi 200 metri della qualifica agli Assoluti di nuoto e si prende anche il titolo italiano. Un ultimo 50 disperato e concentrato. Tutti i suoi ammiratori con lei in gara: “Vai Federica fai il tempo!”. Nel cuore degli italiani il tifo più grande per la più grande di tutte e di tutti.
Li aspettava, li voleva quei centesimi in meno, rispetto allo standard indicato dalla Fina. E li ha colti con soddisfazione, con gioia pura. Come il colore della medaglia d’oro olimpica. Di oro puro. Già ieri avrebbe potuto strappare il pass nei 100 metri, ma senza successo, e allora forse quel pizzico di rabbia in più salita su per quel crono mancato, le è servita per tessere la tela olimpica della storica data del 2 aprile 2021 e per ‘richiamare’ quelle Olimpiadi da Riccione: “Fede chiama e Tokyo risponde”. Sono cinque! Cinque Olimpiadi indicate con la mano, appena toccata la piastra. E quelle lacrime, che le hanno impedito di esprimere subito la sua gioia ai microfoni di Raisport, parlano di lei.
Parlano di una donna e di una campionessa che sempre ha dato il cuore in vasca. Aveva pianto anche a Kazan 2015. L’argento mondiale inaspettato quell’anno la stava per proiettare ancora una volta tra le dee del nuoto e lì lei a piangere di gioia: “Non sono stati momenti facili, c’era tanto lavoro da fare – ha detto commossissima a Raisport dopo la finale vinta nei 200 e il tempo olimpico conquistato – ho provato tanta rabbia ieri per quel decimo mancato nei 100”. Un crono sopra l’utile tempo per Tokyo nelle due vasche dei 100. Ma è stato importante col senno di poi? Probabilmente sì, per rispetto dello sport, probabilmente no se Federica Pellegrini ha vinto nei suoi 200 metri del marchio di fabbrica personale. Perché forse era fondamentale oggi acchiappare Tokyo tra le mani: “E’ ancora meglio che sia venuto oggi la qualifica nella mia gara. Sono contenta del tempo e di tutto - sottolinea la Divina olimpica - siamo veramente in linea con i campionati degli scorsi anni. Sono felice! Si respira molto meglio adesso. Sono tante cinque Olimpiadi!”. Cosa succede nel cuore di un’atleta quando sa di aver conquistato il sogno più grande? Si fa Divina, ancora di più.
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ph. Deepbluemedia