E’ forse ancor più emozionato di quando sta su una scogliera a picco sul mare, Alessandro De Rose (1° in basso da sx in foto), primo tuffatore dalle grandi altezze italiano a partecipare ai mondiali di Kazan. “E’ stata dura, ma alla fine l’obiettivo è stato raggiunto. Inizialmente non riuscivo a esprimere il mio potenziale in gara con l’avvitamento in avanti, idem i tuffi obbligatori per i quali stavo studiando una differente strategia” commenta a Swimbiz.it. Poi la svolta “Ho preso confidenza con quel tuffo e negli obbligatori ho inserito l’avvitamento indietro, tuffo a me congeniale”. E l’high diving si conferma ambiente compatto(leggi qui) “Tra tanti complimenti, ho gradito soprattutto quelli dei miei compagni di gara che mi hanno visto crescere e migliorarmi in questi cinque anni di carriera”. De Rose non è più “solo” un pioniere professionista “Più volte gli ho confessato quant’è stato impressionante il salto di qualità che è riuscito ad avere come stile e tecnica, da quando è passato alle grandi altezze – commenta Max Mazzucchi, ex azzurro e talent Swimbiz dei tuffi - e mi sono sempre chiesto: ma se fosse rimasto dalla piattaforma dei 10 m avrebbe potuto fare lo stesso?”. Oggi sembrano gli inglesi i nuovi avversari da battere, ma i cinesi? “Ancora non si è visto nulla ma probabilmente manca poco al loro esordio - avverte l’high diver – un’italiana in questa disciplina? Ad oggi non ne vedo, ma spero che presto la nazionale s’ingrandisca e si possa andare in trasferta con una grande squadra”.
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