Eccoci, ci siamo finalmente. Si apre la grande maratona acquatica del fondo. Per noi Italia, che poi è Gregorio Paltrinieri, la diecimila leghe sopra i mari già vibra nelle dichiarazioni a giorni di anticipo. Gara dura, la dieci, estenuante e sfibrante quando manca meno di una settimana. Veloce, ma che sembra non finire mai, e allora è già tempo di mettere le nuotate in chiaro. Dai mille rivoli, dai mille risvolti, in effetti la prima della prima, non si possono aver dubbi. Paltrinieri dice, e si convince, di quello che è un grido di battaglia. Non c’è posto nella mente che non sia la vittoria. Giusto pensiero, forse un po' sprezzante considerando il livello generale. E poi le variabili delle libere acque in libero pensiero: contatto fisico maschio, quasi eccessivo alle volte, mare mosso, correnti, boe e percorso non sempre ben visibile e chiaro. La boa che se non la passi subito per primo ti può rendere la vita, meglio la nuotata, più difficile. Un tormento che ti tiene sveglio finché non ti butti dentro.
La madre di tutte le nuotate, perché da qui si arriva a Tokyo olimpica, per dieci chilometri arrivando tra i primi dieci come soglia di accesso, e guardandosi anche in famiglia, perché Sanzullo è azzurro di esperienza. Da Rio in piscina a Tokyo, passando per un mondiale in acque libere, la storia si può, e si deve, anche nuotare passando dalla madre di tutte queste splendide diecimila bracciate.