Rien va plus. Nemmeno in acqua, se giochiamo ognuno al suo gioco. E lo Stadio del Nuoto di Roma non può diventare la piscina personale, per la ragion di crono. Florent, monsieur Manaudou vous avez toppè. Cosa aveva in testa il siluro transalpino lo si evinceva a chiare lettere su L’Equipe di ieri, addirittura annunciato. Il mio gioco lo faccio a modo mio, in barba all’avversario e al fair play: gli altri nuotano a rana, e io mi sparo un bel cinquanta a farfalla. Terzo best personale dell’anno, test effettuato ma il risultato vero è la mancanza di Respect. Meglio un tuffo a bomba, meglio fermarsi a metà strada come ha fatto Gilot, sempre di test anche lui. Il programma non può essere cucito a modello di star, e se domenica era troppo ravvicinato, stile più farfalla, per il celebre di Francia qui si compete anche per onorare quel grande internazionale d’Italia che è il Settecolli. Faites vos jeux non funziona, caro campione. Anche se non ci si gioca la palma d’oro del più veloce, l’avversario è sacro. Sempre
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